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(4162-4163) | pensieri | 89 |
λετᾳ (vuole cioè dee) καὶ ἀποιητὸν τὸ πάθος. Demetr., de elocut., sect. 28, p. 22 (Bologna, 31 dicembre 1825). Vedi p. 4224.
* Al detto di θέλειν o εθέλειν per potere ha attinenza il nostro malvolentieri per difficilmente (Crusca) e volentieri per facimente (Giunte Veronesi).
* Onde per dove, quo. Petrarca, Son. Occhi piangete, v. 6 (Bologna, 1o del 1826).
* Crates, grata, grada-graticcio, graticcia, gradella, graticola, ingraticolato, craticcio (Crusca Veronese) ec. Vedi Forcellini in craticula, i francesi, spagnuoli ec.
* Éploré per qui plorat da s’èpleurer. Zélé per qui zèle, zelante. Homme réfléchi o irréfléchi.
* Cosí avestu riposti De’ bei vestigi sparsi. Petrarca, Canz. Se ’l pensier che mi strugge, stanz. 5, vers. 7, 8.
* Smoccare (Crusca Veronese) - Smoccolare, coi derivati.
* Boves, bovi - buoi.
* Che cosa è la vita? Il viaggio di un zoppo e infermo che con un gravissimo carico in sul dosso per montagne ertissime e luoghi sommamente aspri, faticosi e difficili, alla neve, al gelo, alla pioggia, al vento, all’ardore del sole, cammina senza mai riposarsi dí e notte uno spazio di molte giornate (4163) per arrivare a un cotal precipizio o un fosso, e quivi inevitabilmente cadere (Bologna, 17 gennaio 1826).
* Homme réservé. Riservato. Vedi gli spagnuoli. Enjoué. Cabalgado per que cabalga o que està a caballo.