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(4522-4523) pensieri 459

post: di poi, dopo, da poi, depuis, despues. De mane: dimani ec., demain (11 luglio). Cosí di sopra, di sotto, da presso, da lungi, da vicino, da o di lontano. Quest’uso par fosse proprio del volgar latino: 1o, perché comune a tutte tre le lingue figlie; 2o, perché si trova già in parte nel latino scritto. Desuper, desubito, derepente; dove il de ridonda: dehinc, deinde; dove il de (come in donde) è ripetuto; perché già il semplice hinc vale de hic, inde è de in (dein).


*    Iuvi per iuvavi, ad-iutum ec. per ad-iuvatum.


*    La prosa in verità, parlando assolutamente, precedette da per tutto il verso, come è naturale; ma il verso conservato precedette quasi da per tutto la prosa conservata (11 luglio).


*    L’uso degli antichi filosofi greci, di abbracciar col circolo dei loro trattati tutte le parti dello scibile (uso notato da me altrove), onde esso circolo veniva ad essere un’enciclopedia, fu seguito anche, ne’ bassi tempi, da’ latini: dico da quelli che scrissero, o in piú opere separate o in una sola, de 4r o de 7m disciplinis(come Boezio, Cassiodoro, Marziano Capella, Beda, Alcuino) ec.; piccole enciclopedie, dove però si copiavano per lo piú tra loro. E dico tra loro: i piú antichi o non conoscevano, o non avevano, o non leggevano, o non potevano intendere (11 luglio).  (4523)


*   Alla p. 4520, fine. Chi non è mai uscito da luoghi piccoli, come ha per chimere i grandi vizi, cosí le vere e solide virtú sociali. E nel particolare dell’amicizia, la crede uno di quei nomi e non cose, di quelle idee proprie della poesia o della storia, che nella vita reale e giornaliera non s’incontrano mai (e certo egli non si aspetta d’incontrarne mai nella sua). E s’inganna. Non dico Piladi e Piritoi, ma amicizia sincera e cordiale si trova effettivamente nel mondo, e non è rara.