Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/338

(4390-4391) pensieri 329

era innamorata di Napoleone. Cosí Achille c’innamora per la virilità superiore, malgrado i suoi difetti e bestialità, anzi in ragione ancora di queste (22 settembre 1828).


*    Alla p. 4354, margine. Potrebbe anco essere che i primi libri fossero in prosa, la prima applicazione della scrittura alla letteratura fosse alla prosa, continuando forse intanto a comporsi in versi senza scriverli, e consegnandoli solamente alla memoria, sí per l’inveterata abitudine, e sí per considerarsi la scrittura come non necessaria, anzi inutile, alla conservazione dei versi, e solo utile e necessaria a quella della prosa. In tal modo potrebbe esser passato molto tempo dopo che si scriveva in prosa, prima che si avessero versi scritti, nel qual tempo non si sarebbero avuti libri che in prosa. In tal caso, che mi par naturale, la prosa à son tour avria preceduto la poesia, come scritta, come opera di letteratura consegnata in libri (22 settembre 1828). Vedi pag. seguente.


*    Alla p. 4318, margine. Ciclo epico, che comprendeva in varie poesie,  (4391) incluse quelle d’Omero, la storia tutta del mondo, dalle origini delle cose, cioè dalla teogonia ec., fino ad Ulisse; ciclo raccolto, secondo un critico tedesco, forse vivente (Bulletin de Férussac ec.) che ha fatto sopra di esso ciclo una dissertazione particolare, poco dopo il tempo de’ Pisistratidi. Le poesie comprese in questo ciclo, e i loro argomenti, non erano certamente epici nel senso che noi diamo a questa parola: nondimeno il ciclo si chiamava epico, cioè storico o narrativo. La poesia epica fu distinta dalla lirica, benché anche τὰ ἔπη si cantassero sulla lira, ec. (23 settembre 1828).


*    Ridete franco e forte, sopra qualunque cosa, anche innocentissima, con una o due persone, in un caffè, in una conversazione, in via: tutti quelli che vi sen-