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294 | pensieri | (4351-4352) |
rono all’aura del suo favore; a differenza soprattutto di quel che fece, anche nel suo piú bel fiore, la letteratura di una nazione il cui stato politico pur non fu niente men popolare che quel della Grecia. Dico la letteratura romana, la quale in punto di perfezione d’arte superò la stessa greca, e forse supera tutte le letterature conosciute; ma del resto non divenne ma fu sempre essenzialmente impopolarissima. Effetto della sua stessa arte e perfezione e dell’esser essa non nata nel Lazio, ma importata. Siccome per lo contrario non è dubbio che la perpetua popolarità della letteratura greca non derivasse in gran parte da una quasi memoria della sua origine, da un’influenza esercitata da questa continuamente, dall’impulso primitivo, dallo spirito originario e non mai spento, dall’andatura presa in principio. Vedi p. 4354. La letteratura greca, dice il Courier (préf. du Prospectus d’une nouv. traduct. d’Hérodote) è la sola che sia nata da se nel proprio terreno, dagl’ingegni stessi de’ nazionali, non da altra letteratura. Il che non è vero parlando in universale, perché molti altri popoli ebbero o hanno letterature autoctone, e queste appunto, come la primitiva greca, consistenti in sole poesie, e poesie non mai scritte, o scritte piú secoli dopo composte (4352) (vedi la p. 4319 e le ivi richiamate). È vero però il detto del Courier rispetto alle letterature a noi piú note, cioè la latina e le piú colte delle moderne.
* Alla p. 4350, fine. Vedi la p. 4326, capoverso 2. — Quanto ad altre nazioni, come quelle accennate nella fine della pagina qui dietro, di esse non è esatto il dire che la poesia ha preceduto la prosa, ma che non hanno altra letteratura che poetica (22 agosto 1828).
* Alla medesima, margine. Primam aetatem (Carminum Homericorum) ponimus ab origine ipsorum,