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22 | pensieri | (4102-4103) |
qualche nome finto espressivo di qualche cosa, o dar nome significativo a qualche personaggio immaginario, come Molière nel Malato immaginario, nei nomi de’ medici, o nominar qualche nuovo essere allegorico, o nuovamente nominare i già consueti ec. ec. non ricorre ordinariamente ad altra lingua (qualunque sia la sua propria, in tutta l’Europa e America civile) che alla greca (15 giugno, festa di San Vito, protettore di Recanati, 1824).
* Τὸ μὲν γάρ πρῶτον εὐθὺς. Luciano, Opera, 1687, t. II, p. 41-42 (16 giugno, Vigilia della festa del Corpus Domini, 1824).
* Ὅσον ἐν τῷ πλᾠ, quanto, per ciò che spetta alla navigazione. Luciano, loc. cit. qui sopra, p. 32 (16 giugno, Vigilia della festa del Corpus Domini, 1824). (4103)
* Tutto quanto, tutti quanti - πᾶν ὅσον, πάντες ὅσοι, μικρὸν ὅσον, μύριοι ὅσοι, ὀλίγοι ὅσοι, πλεῖστον ὅσον ec. ec. Vedi lo Scapula ec. ec. (20 giugno, domenica, 1824).
* Alla p. 4099. Qua spetta il nostro idiotismo sempre comune tra noi, massime nello scritto, dal trecento a oggi, di aggiungere il si (dativo) al verbo essere. Questo si è, questa si fu la cagione ec. (21 giugno, festa di S. Luigi Gonzaga, 1824).
* Ficulneus - ficulnus, appo Orazio, e nota che l’us vi è breve (21 giugno, festa di S. Luigi Gonzaga, 1824).
* Experimentado per esperto, come noi sperimentato ed esperimentato, del che altrove. Cervantes, Novelas exemplares, Milan, 1615, p. 354, 432 (22 giugno 1824).
* Altro per nulla, cosa alcuna. Guicciardini, t. IV, p. 50, edizione di Friburgo: innanzi tentasse altro: e non aveva ancora tentato niente (23 giugno, Vigilia di Giovanni Battista, 1824).