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246 | pensieri | (4298-4299) |
t. IV, p. ult.) parlando della democrazia cangiata in tirannide, e della eccessiva libertà cangiata in servitù, dice: kaὶ, τὰ λεγόμενον, ὀ δῆμος φεύγων ἂν καπνὸν δουλείας ὲλευθέρων(cioè ricusando l’obbedienza de’ magistrati (4299) liberi), εἰς πῦρ δούλων δεσποτείας (della dominazione dei servi, cioè de’ satelliti del tiranno ec.) ἂν ἐμπεπτωκὼς εἴη (Pisa, 2 dicembre 1827).
* Alla p. qui dietro. Del resto, questo scompisciamento generale di Firenze procede da quell’eccessiva libertà individuale che vi regna, per la quale Firenze potrebbe molto bene paragonarsi ad Atene del tempo il piú democratico, ed applicarsi a lei quello che, alludendo ad Atene, dice di una città eccessivamente democratica Platone nell’ottavo della Repubblica;Opera, ed. Astii, tom.IV, p. 478 (Pisa, 5 dicembre 1827).
* Alla p. 4164, capoverso 3. Epicuro, Epist. ad Herodot. , ap. Laert., X, segm. 37, ὅπως ἂν τὰ δοξαζόμενα ἢ ζητούμενα ἢ ἀπορούμενα ἔχωμεν εἰς ὅ ἀνάγοντες ἐπικρίνειν. Quest’uso dell’infinito è proprio, del resto, anche della lingua francese, spagnuola ec.
* D’Alembert nel Discours préliminaire de l’Encyclopédie, avendo parlato delle cure, delle fatiche prese, e delle grandissime difficoltà incontrate dagli enciclopedisti, e particolarmente da Diderot per acquistare intorno alle arti, mestieri e manifatture i lumi e le notizie necessarie a trattarne nella enciclopedia, soggiunge: C’est ainsi que nous nous sommes convaincus de l’ignorance dans laquelle on est sur la plûpart des objets de la vie, et de la difficulté de sortir de cette ignorance. C’est ainsi que nous nous sommes mis en état de démontrer que l’homme de Lettres qui sait le plus sa Langue, ne connoît pas la vingtieme partie des mots; que quoique chaque Art ait la sienne, cette langue est encore bien imparfaite; que c’est par