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(4261-4262) pensieri 203

ben distinta di orgoglio, e di stima di se, in pregiudizio o abbassamento d’altrui, della quale niun altro fra i popoli civili, se non gli uomini delle dette nazioni, possono avere o formarsi una giusta idea. I tedeschi, che potrebbero con altrettanto diritto aver lo stesso sentimento, ne sono impediti dalla lor divisione, dal non esserci nazion tedesca. I russi sentono di esser mezzo barbari, gli svedesi, i danesi, gli olandesi di essere troppo piccoli e di poter poco. Gli spagnuoli del tempo di Carlo quinto e di Filippo secondo ebbero certamente questo sentimento, come veggiamo dalle storie; niente meno che i francesi e gl’inglesi di oggidí, e con diritto uguale; forse, senza diritto alcuno, l’hanno anche oggi; e cosí i portoghesi; ma chi pone oggi in conto gli spagnuoli e i portoghesi, parlando di popoli civili? Gl’italiani forse l’ebbero (e par veramente di sí) nei secoli quindicesimo e sedicesimo e parte del precedente e del susseguente; per conto della lor civiltà, che essi ben conoscevano, e gli altri riconoscevano, esser superiore a quella di tutto il resto d’Europa. Degl’italiani d’oggi non parlo; non so ben se ve n’abbia.  (4262)

Questo sentimento della inferiorità dei forestieri, questo riguardarli e trattarli come d’alto in basso, è ai francesi e agl’inglesi, per l’abitudine, cosí naturalizzato e immedesimato, come è ad un uomo nato nobile e ricco il parlare e trattare co’ poveri e co’ plebei, come con gente naturalmente inferiore, che anche l’uomo del piú buon cuore del mondo, e il piú filosofo, essendo nella detta condizione, li tratterà cosí, se non attenderà e non si sforzerà di proposito per fare altrimenti; perché quell’opinione di sua superiorità sopra questi tali è in lui non dipendente dal raziocinio, né dalla volontà.

Molto utile può essere ed è senza fallo questa opinione che hanno i francesi e gl’inglesi di se. Sarebbe utile anche a chi l’avesse senza ragione. La