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(4064-4065) | pensieri | 443 |
antichi in luogo de’ popoli di clima caldo e i moderni in cambio de’ popoli di clima freddo, dico che sebben la vita degli antichi era forse generalmente piú breve che quella dei moderni, per le turbolenze sociali e i continui pericoli dello stato antico, nondimeno perché molto piú intensa, ella è da preferirsi, contenendo nella sua minore durata maggior somma di vitalità, o quando anche in minore spazio contenesse ugual somma che la moderna in ispazio maggiore. Del che, senza il surriferito esempio, ho discorso particolarmente in altro pensiero (8 aprile 1824). Vedi p. 4092 e vedi la p. 4069.
* Ciascuno, e massimamente gli spiriti piú delicati, sensibili e suscettibili, pervenuto a una certa età ha fatto esperienza in se stesso di piú e piú caratteri. Le circostanze fisiche, morali e intellettuali, cambiandosi continuamente nello spazio della vita di un uomo, e nelle sue diverse età, cambiandosi, dico, per rispetto a lui, cambiano continuamente il suo carattere, di modo che di tempo in tempo egli è uomo veramente nuovo di spirito, come dicono i fisici che di sette in sette anni (se non erro) egli è rinnovato di corpo. Gli uomini sensibili in particolare non solo cambiano carattere e piú rapidamente degli altri, ma facilmente e ordinariamente acquistano caratteri contrari tra se, e massime a quel primo carattere che si sviluppò in essi, a quello piú conforme alla loro natura, a quello che il primo poté in loro esser chiamato carattere. La coltura dell’intelletto fra l’altre cose cagiona in una persona stessa a proporzione de’ suoi progressi, e coll’andar del tempo, una (4065) variazione singolarmente rapida e singolarmente grande. Chi non sa quanto i principii, le opinioni e le persuasioni influiscano e determinino i caratteri degli uomini? Ora, ciascuno individuo quando nasce è precisamente, quanto all’intelletto, nello stato medesimo in cui fu il