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(4050-4051) | pensieri | 429 |
Dial. mort. Dial. Diog. et Herculis. Di questo italianismo del greco dico altrove (21 marzo 1824). Vedi pag. 4054. Vedilo ancora in Reviviscent.; Opera, 1687, t. I, p. 393.
* Θανέω o θάνω-θνήσκω. Qui l’alterazione non solo è nella desinenza, ma eziandio nella omissione dell’α, onde θνήσκω per θανήσκω dal fut. θανήσω, donde si fanno questi verbi in σκω, secondo il Weller (21 marzo 1824).
* Delle cause della universalità della lingua francese, vedi Voltaire, Delle Lingue, nelle sue opere scelte, Londra (Venezia), a spese del Milocco, tomi tre, in italiano, 1760, tom. III, p. 136-9 (21 marzo 1824).
* Come anticamente i francesi pronunziassero conforme scrivevano e in parte scrivono, vedi il citato luogo del Voltaire, p. 139-140 (21 marzo 1824).
* Povertà di parole nella lingua francese appetto all’italiana. Vedi il citato tomo di Voltaire, p. 207, nella nota numero 3 (21 Marzo 1824).
* Della superiorità della lingua latina sulla greca per certe parti e qualità, del che ho detto in proposito dei continuativi di cui i greci mancano, cioè non ne hanno un genere determinato, si può dire lo stesso (4051) rispetto agl’incoativi, di cui i greci non hanno un genere e forma cosí determinata e assegnata come i latini, sebbene si servono molto spesso, a significar l’incoazione, di verbi in ίζω fatti da quelli che significano l’azione o passione positiva, o aggiungono a’ temi in άω, έω ec. il ζ, facendone άζω, έζω ec. Ma queste forme non sono cosí precisamente determinate alla significazione incoativa, perché infiniti verbi cosí formati ne hanno tutt’altra, infiniti significano lo stesso che il primo tema (del che altrove,