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412 | pensieri | (4035-4036) |
tafora trasportò il significato a derisione ec., quasi dicesse, come diciamo noi, occhiolino ec., onde σιλλαίνειν sarebbe quasi far l’occhiolino, in senso però di deridere ec. La metafora è naturale, perché il riso generalmente, ma in ispezieltà la derisione risiede e si esprime cogli occhi principalmente e molte volte con essi unicamente (22 febbraio 1824, domenica di Sessagesima).
* Ἔξω τῶν ὤτων fuorché l’orecchie. Luciano, Opera, 1687, p. 580 ad fine, t. I. Di quest’uso del greco ἒξω conforme all’italiano fuori, fuorché, infuori ec. e al francese hors, hormis ec. e allo spagnuolo fuera, fuera de que (oltre di che) ec. (anche in greco s’usa, mi pare, ἒξω o simil voce per oltre. Vedi lo Scapula e il Forcellini ec.), dico altrove, se ben mi ricordo (22 febbraio, domenica di Sessagesima, 1824). (4036)
* Accortare, scortare. Al detto altrove di curto as, (23 febbraio 1824). Accorciare, scorciare ec. co’ derivati ec. non sono che corruzioni, e vengono pur da curtare (23 febbraio 1824).
* Capter, Cattare ec. Al detto altrove di captare (25 febbraio 1824). Riscattare, rescatar ec. catar, di cui altrove, è forse da captare?
* Faventini, del che altrove. Guicciardini, t. II, p. 34-36 (25 febbraio 1824).
* Rilevato per che rileva, cioè pesa, cioè importa. Nardi spesso nella Vita del Giacomini (25 febbraio 1824).
* Al detto altrove di suppeditare aggiungi che nel D. Quijote, parte II, cap. 18, fine, io trovo supeditar per calpestare (28 febbraio 1824).