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(3985-3986) pensieri 357

appunto al modo che commento as e commentor aris è da commentus sum di comminiscor (ovvero da commentum di antico commeno, o da mentum di meno, aggiuntaci la preposizione cum ec.). Veggasi il glossario. Ammentare è da mentare (spagnuolo), usitato forse un tempo in italiano come in ispagnuolo aggiuntaci l’a per vezzo di nostra lingua (vedi Monti, Proposta, in ascendere); ovvero da un Adminiscor ec.  (3986) Vedi il glossario Mentar da meno o da miniscor. Vedi il glossario.

Il qual miniscor è notato da Festo. Nuova prova del verbo meno da me congetturato altrove. Mostrerebbe però che si dicesse mino non meno. Ma forse Festo dedusse miniscor per sola congettura da reminiscor (vedi Forcellini), dove l’e deve esser cambiato in i per la composizione, e cosí in comminiscor ec. Se vi fu un incoativo semplice da meno, questo crederei che dovesse essere un meniscor non miniscor (15 dicembre 1823). Vero è però ch’io non ho forse ragione alcuna per dire meno piuttosto che mino. Memini può esser da meno (come cecidi da caedo ec.) e da mino ugualmente. Ma pur commentus (che ben può esser da commino, ma da un commino fatto da meno, che ripiglia nel participio la sua vocale, come contineo-contentum da teneo non tineo ec.) e memento ec. par che dimostrino un meno. Memento ec. par che dimostri un memeno per reduplicazione, del che p. 3940-1 e altrove. O forse è fatta anomalamente da memini dopo la perdita degli altri tempi ec. e l’uso presente di questo perfetto venuto a divenir prima voce e tema del verbo; ovvero anche prima (15 decembre 1823).


*    Bito is, di cui altrove. Vedi Forcellini in Combitere (15 decembre 1823).


*    Alla p. 3939, fine. Il supino è dal perfetto come provo altrove. Ma pingo, fingo, mingo ec. fanno pinxi ec.