(3554-3555-3556) |
pensieri |
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fanciulli, (3555) massime dove non vi fossero leggi sociali che tenessero a freno il naturale egoismo degl’individui, sarebbero tuttogiorno écrasés dagli adulti, le donne dagli uomini, e cosí discorrendo. Laddove anche il selvaggio mirando un fanciullo prova un certo piacere, e quindi un certo amore; e cosí l’uomo civile non ha bisogno delle leggi per contenersi di por le mani addosso a un fanciullo, benché i fanciulli sieno per natura esigenti ed incomodi, ed in quanto sono (altresí per natura) apertissimamente egoisti, offendano l’egoismo degli altri piú che non fanno gli adulti, e quindi siano per questa parte naturalmente odiosissimi (sí a coetanei, sí agli altri). Ma il fanciullo è difeso per se stesso dall’aspetto della sua debolezza, che reca un certo piacere a mirarla, e quindi ispira naturalmente (parlando in genere) un certo amore verso di lui, perché l’amor proprio degli altri trova in lui del piacere. E ciò, non ostante che la stessa sua debolezza, rendendolo assai bisognoso degli altri, sia cagione essa medesima di noia e di pena agli altri che debbono provvedere in qualche modo a’ suoi bisogni, e lo renda per natura molto esigente ec. Similmente discorrasi (3556) delle donne, nelle quali, indipendentemente dall’altre qualità, la stessa debolezza è amabile, perché reca piacere ec. Cosí di certi animaletti o animali (come la pecora, i cagnolini, gli agnelli, gli uccellini ec. ec.), in cui l’aspetto della lor debolezza rispettivamente a noi, in luogo d’invitarci ad opprimerli, ci porta a risparmiarli, a curarli, ad amarli, perché ci riesce piacevole ec. E si può osservare che tale ella riesce anche ad altri animali di specie diversa, che perciò gli risparmiano e mostrano talora di compiacersene e di amarli ec. Cosí i piccoli degli animali non deboli, quando son maturi, sono risparmiati ec. dagli animali maturi della stessa specie (ancorché non sieno lor genitori), ed eziandio d’altre specie (eccetto se non ci hanno qualche nimicizia natu-