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172 pensieri (3782-3783)

quei lupi hanno riportato da quella società, senza cui non avrebbero penetrato l’ovile, e maggior l’utile che i piú deboli hanno ricevuto da’ piú forti che han combattuto piú di loro ec., di quello che sia il danno che quei lupi hanno riportato da tal discordia, e i piú deboli da’ piú forti. Ma tutto l’opposto accade nelle società umane: dove i piú forti non servono ad altro che a far male ai piú deboli e alla società, e la superiorità qualunque di forze è sempre dannosa altrui, perché sempre (almeno oggidí, e per lo passato il piú delle volte) adoperata in solo bene di chi la possiede.

La società stretta, ponendo gl’individui a contatto gli uni degli altri, dà necessariamente l’essor all’odio innato di ciascun vivente verso altrui, il qual odio in nessuno animale è tanto, neppur verso gl’individui di specie diversa e naturalmente nemica, quanto egli è negl’individui di una società stretta verso gli altri individui della medesima società. Perché ogni  (3783) odio naturalmente si accresce a mille doppi colla continua presenza dell’oggetto odiato, e delle sue azioni ec., massime quando quest’odio sia naturale, in modo che, per natura, e’ non possa esser mai deposto. Ora, checché si voglia dire, e in qualunque modo (anche sotto l’aspetto di amore) si mascheri l’odio verso altrui (cosí fecondo in trasfigurazioni come l’amor proprio suo gemello), egli è cosí vero che l’uomo è odioso all’uomo naturalmente, com’è vero che il falcone è odioso naturalmente al passero. E quindi tanto è consentaneo riunire insieme in una repubblica sotto buone leggi i falconi e i passeri (quando anche ai falconi si tagliassero gli artigli, e si operasse in modo che di forza fisica non eccedessero i loro compagni), quanto riunire gli uomini insieme in istretta società sotto qualsivoglia legislazione. E quando anche la società stretta non accrescesse il detto odio, certo non si potrà negare ch’ella lo sveglia e l’accende, e ch’ella sola somministra le