Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/169

164 pensieri (3771-3772-3773)



*    Alla p. 3729, margine. Trovansi eziandio ne’ nostri antichi parecchie voci o significazioni ec. proprie del latino noto, ma che ora non potremmo in alcun modo usare, ben sono usate e familiari appo gli spagnuoli: il che  (3772) pare che provi ch’elle fecero parte di quel volgare che precedette ambo le lingue del volgar latino ec., se non vogliamo supporre che l’antico italiano allo spagnuolo, o l’antico spagnuolo all’antico italiano le comunicasse, che né l’uno né l’altro è molto verisimile (25 ottobre 1823).


*    Alla p. 3488, margine. Trovo in un cinquecentista spagnuolo, ma di poca autorità, falsar la paz per rompere frodolentemente la pace, o violar le condizioni della pace, mancare ai trattati ec. Del resto, falsare in questi sensi è quasi un continuativo di fallere. Falsar la fede nell’esempio dello Speroni è lo stesso che il fallire, cioè fallere, la promessa nell’altro esempio. E anche in se stesso, falsare nelle dette significazioni ha un certo senso d’ingannare, cioè fallere, benché forse si vorrà piuttosto dargli quello di mancare. Ma in questo senso non si vede come né fallirefalsarefaltar ec. possano essere attivi ec. ec. (25 ottobre 1823). Falsare in altri sensi (come in falsatus e falsatio appresso Forcellini) è bensí da falsus di fallere, ma preso in senso di aggettivo; laddove ne’ detti significati falsare sarebbe da falsus in senso di participio ec. (25 ottobre 1823). (3773)


*   Vogliono che l’uomo per natura sia piú sociale di tutti gli altri viventi. Io dico che lo è men di tutti, perché, avendo piú vitalità, ha piú amor proprio, e quindi necessariamente ciascun individuo umano ha piú odio verso gli altri individui sí della sua specie sí dell’altre, secondo i principii da me in piú luoghi sviluppati. Or qual altra qualità è piú