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(3736-3737) pensieri 141

e corrispondente agli altri notati pag. 3706, 3732 ec. E cosí, osservata la corrispondenza tra i perfetti e i supini in latino, tanto ci possiamo servire de’ perfetti noti a dimostrare o congetturare i supini ignoti (come abbiam fatto pag. 3733) quanto viceversa ec. (massime quando i supini noti sieno regolari ec. e i perfetti noti nol sieno, o viceversa ec.). Anzi tanto meglio da’ supini si conghiettureranno i perfetti, quanto che quelli derivano da questi, ma non questi da quelli. Onde, dati i supini, par necessario supporre i perfetti: ma non v’è tanta necessità nel caso inverso (20 ottobre 1823).


*    Participii in us di verbi attivi o neutri, in senso attivo intransitivo, o attivo transitivo, o neutro ec. Si esaminino gli esempi d’Indutus e di Exutus nel Forcellini, paragonandoli con quelli di Exuo, Induo, e anche coll’uso italiano antico ed elegante moderno delle voci spogliare, vestire, spogliato (o spoglio), vestito ec. (20 ottobre 1823). (3737)


*   Altrove ho detto che non si dà reminiscenza senza attenzione, e che dove non fu attenzione veruna, di quello è impossibile che resti o torni ricordanza. L’attenzione può esser maggiore o minore e secondo la memoria (naturale o acquisita) della persona, e secondo la maggiore o minore durevolezza e vivacità della ricordanza che ne segue. Può essere anche menoma, ma se una ricordanza qualunque ha pur luogo, certo è che una qualunque attenzione la precedette. Può essere eziandio che l’uomo non si avvegga, non creda, non si ricordi di aver fatta attenzione alcuna a quella tal cosa ond’e’ si ricorda, ma in tal caso, che non è raro, e’ s’inganna. Forse l’attenzione non fu volontaria, fors’ella fu anche contro la volontà, ma ella non fu perciò meno attenzione. Se quella tal cosa lo colpí, lo fermò, anche momentaneamente, anche leggerissimamente, anche decisamente contro sua vo-