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(3668-3669-3670) pensieri 97

a nazioni che scambievolmente conversarono; e che esse scoperte non si rinnovarono mai, poiché nelle nazioni separate da quelle, ancorché cólte, in immenso spazio di tempo, mai non nacquero. Onde se quelle nazioni le conobbero, ciò fu precisamente a causa del loro scambievole usare; sicché quelle scoperte ec. ebbero un’origine sola, e non furon fatte piú che una volta, e da detta origine provennero a tutte le nazioni che le conobbero e le conoscono. Dunque se altre tali scoperte ec. difficili son comuni a tutti i popoli, anche separati, anche barbarissimi, si dee supporre ch’elle fossero fatte prima che tali popoli si separassero di là ond’essi vennero; e si dee parimente dire che anch’esse non ebbero piú che una sola origine.


     Le scoperte ec., che ho detto esser  (3669) solamente comuni ai popoli che tra loro hanno trattato, sono infinite. Bastimi una. L’uso della lingua è necessario alla società. Mirabilissima scoperta è quella della favella. Nondimeno tutti i popoli favellano. Appena gli uomini incominciarono a stringere una società, essi incominciarono a balbettare un linguaggio. La natura stessa lo insegna sino a un certo punto, non solo agli uomini, ma eziandio agli altri animali; agli uomini molto piú ch’ella ha fatto certo piú socievoli. Stringendosi maggiormente la società, e crescendo lo scambievole usare degli uomini, fino a passare i termini voluti e prescritti dalla natura; crebbe necessariamente il linguaggio, e divenne piú potente che la natura non voleva. Tutto ciò dovette necessariamente aver luogo prima che il genere umano si dividesse. Quando e’ si divise, ei parlava di già, non che favellasse. Ciò si prova a maiori e a minori; e perché la società crescente produceva di necessità l’incremento della lingua, e perché questo era necessario all’aumento di quella; perché il genere umano non si sarebbe diffuso, se la società non fosse stata già bene  (3670) stretta e cresciuta e adulta, né questo poteva essere senza un