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(2906-2907) pensieri 69



     Del resto, i pochi moderni che hanno introdotto il coro ne’ loro drammi regolari, come Racine nell’Ester, non avendogli dato le condizioni ch’esso avea negli antichi, niuno o quasi niuno effetto hanno prodotto. Ed anche la natura d’essi drammi, sí moralmente parlando, e sí anche materialmente (poiché la scena si finge per lo piú in luogo coperto e chiuso, con altre tali circostanze che restringono e impiccoliscono e circoscrivono e depoetizzano le idee), non era adattata né al coro degli antichi né a’ suoi effetti. Parlo anche delle commedie, le quali presso gli antichi si supponevano per lo piú o la piú parte di ciascuna, in piazza, o ne’ porti, come il Rudens di Plauto, o insomma all’aperto ec. Vedi p. 2999 (7 luglio 1823).


*    In tutte le lingue tanto gran parte dello stile appartiene ad essa lingua, che in veruno scrittore l’uno senza l’altra non si può considerare. La magnificenza, la forza, la nobiltà, l’eleganza, la semplicità, la naturalezza, la grazia, la varietà, tutte o quasi tutte le qualità dello stile sono cosí legate alle corrispondenti qualità della  (2907) lingua, che nel considerarle in qualsivoglia scrittura è ben difficile il conoscere e distinguere e determinare quanta e qual parte di esse (e cosí delle qualità contrarie) sia propria del solo stile, e quanta e quale della sola lingua; o vogliamo piuttosto dire, quanta e qual parte spetti e derivi dai soli sentimenti, e quanta e quale dalle sole parole; giacché rigorosamente parlando, l’idea dello stile abbraccia cosí quello che spetta ai sentimenti come ciò che appartiene ai vocaboli. Ma tanta è la forza e l’autorità delle voci nello stile, che mutate quelle, o le loro forme, il loro ordine ec. tutte o ciascuna delle predette qualità si mutano o si perdono, e lo stile di qualsivoglia autore o scritto cangia natura in modo che piú non è quello né si riconosce. Veggasi la pag. 3397-9.