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68 pensieri (2904-2905-2906)

sono formati, come nel caso nostro, da facio facto, labefacto ec., da specio specto, suspecto (a cui appartiene suspectio ch’equivale a suspicio e da cui il nostro sospettare e lo spagnuolo sospechar (come pecho da pectus) che vagliono suspicari. Soupçonner è quasi suspicionare, da soupçon, suspicio onis ec.). Suspico potrebbe anche esser fatto da suspicio is, il qual verbo trovasi appo Sallustio in senso di sospettare, ed al quale appartiene il participio suspectus che vale per lo piúsospetto, aggettivo. E forse in questo senso si disse anche suspicior eris, onde poi suspicor, giacché trovasi suspectus per sospettoso (cosí anche in italiano sospetto) e Apuleio l’adopra  (2905) espressamente coll’accusativo, come participio d’un verbo deponente, invece di suspicatus. Ma vedi la pag. 2841-2 (7 luglio 1823).


*    Alla pag. 2809. Nelle nostre opere serie e buffe l’effetto del coro non è cattivo. Ma esso nelle opere serie è ben lontano dal far quegli uffici, dal sostener quel personaggio, e quindi dal muovere quelle illusioni e far quegli effetti che faceva nelle tragedie antiche: ond’é ch’esso riesce forse meglio nelle opere buffe, quanto all’effetto morale, giacché muove pure all’allegria, e fa, come l’uffizio, cosí l’effetto che produceva nelle antiche commedie, né il muovere all’allegria, ch’é pure una passione, è piccolo effetto morale. Laddove nelle opere serie esso non interessa quasi che gli occhi e gli orecchi, e niuna passione, ancorché menoma, né desta né pur tocca. Ma questo è pur troppo il general difetto di tutta l’opera, e massime della seria, e nasce dal far totalmente servir le parole allo spettacolo e alla musica, e dalla confessata nullità d’esse parole, dalla qual necessariamente deriva la nullità de’ personaggi, e  (2906) cosí del coro, e quindi la mancanza d’effetto morale, ossia di passione; se non altro la molta scarsezza, rarità, languidezza e poca durevolezza dell’uno e dell’altra.