Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
434 | pensieri | (3513-3514) |
n’hanno gli animali piú longevi dell’uomo, come l’elefante, il cervo, la cornice, la tartaruga, alla quale, pigrissima e tardissima nelle sue operazioni, la natura diede, non lunghissima vita, ma moltissimi anni. E dico non lunghissima vita, perch’ella, stante la tardità de’ suoi movimenti ed azioni, alla quale corrisponde quella del suo incremento e sviluppo naturale ec. e di tutta la sua natura, vive ed esiste in un dato spazio di tempo assai meno che l’uomo in altrettanto spazio non fa. E cosí proporzionatamente gli altri animali piú longevi di noi. E dalle suddette osservazioni si raccoglie che la somma e quantità della vita, e però la (3514) durata e lunghezza della medesima, è generalmente e appresso a poco altrettanta in effetto negli animali ed esseri brachibiotati, che ne’ macrobiotati e negl’intermedii, e niente minore, e cosí viceversa. Onde la durata di un medesimo spazio di tempo è naturalmente e generalmente e costantemente, salve le varie circostanze della vita di una stessa specie e individuo, accennate di sopra, come la noia, il piacere ec. che variano l’idea e ’l sentimento della durata ec., sempre però dentro i limiti e la proporzione e in rispetto dell’idea d’essa durata, propria particolarmente delle specie per sua natura ec., per gli uni maggiore per gli altri minore ec. e non si può determinare ec. né giudicarne assolutamente come noi facciamo ec. (24 settembre 1823).
* Transito as, da transeo-transitus. Vedi il Forcellini in Transitans. Oggi questo verbo ci è comune, e lo trovo ancora nello spagnuolo moderno, e mi par eziandio nel francese. Ma in tutte tre queste lingue egli è piuttosto termine di gazzetta (inutilissimo), che voce degna della lingua ec. (25 settembre 1823).
* Alla p. 2984. Vieil da veculus come œil da oculus, oreille da auricula o aurecula (corrottamente) ec., ver-