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(2983-2984) pensieri 115

aver qualche fine, ma che, fuori di questo caso, egli avrebbe ancora e spirito e lena per seguire, senza pur posarsi, a correre ancora non interrottamente altrettanto e maggiore, anzi non determinabile spazio; e che l’opera sua riceva il suo termine, ma la ricchezza e copia della sua immaginativa non sia di gran lunga esaurita, anzi sia poco meno che intatta; e che il suo corso finisca, ma non il suo impeto.

E par che la natura ancor vergine dalla poesia (siccome vergine dalle scienze e dalla filosofia ec., che distruggono l’immaginazione e l’illusione ch’essa natura ispira) le somministrasse in quel tempo tanta copia d’immagini e sentimenti che non avesse quasi alcun fondo, e a rispetto di cui sembri povera e scarsa quella che i piú grandi poeti trassero poscia in qualunque tempo dalla natura già molto studiata e imitata (16-17 luglio 1823).


*    Alla p. 2974. Cervello (cerebellum), cerveau, cervelle da cerebrum. 1 Crivello (cribellum come flabellum da flabrum) diminutivo di cribrum. I francesi crible, gli spagnuoli  (2984) criva. Cerebro, celabro, cribro, cribrare ec. per crivellare ec., non sono voci volgari, ma tolte dal latino dagli scrittori. Cosí lo spagnuolo celebro, invece di cui volgarmente dicono sesso. Cosí pure il nostro moderno e tecnico cerebello. Trivello o trivella (Forcellini in terebra) voci nostre volgari, onde nella Crusca trivellare, sono quasi terebellum o terebella diminutivo del latino terebra, come cerebellum e cervello di cerebrum. Vecchio, viejo, vieil sono indubitatamente diminutivi di vetus, come pecchia, aveja, abeille da apecula. Forse da vetulus o da veculus volgarmente contratto da vetusculus. Vieux forse è lo stesso che il positivo vetus. Vedi per tutte le soprascritte voci il

  1. Vedi p. 3618.