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(3427-3428) pensieri 381

ha luogo, come non l’ha nel nostro caso, il discorso della convenienza ec. (12 settembre 1823).


*    Delicatezza considerata presso le nazioni civili come parte assolutamente del bello. Statue greche umane. L’Apollo, il Mercurio (già Antinoo), il Meleagro ec. In tutte queste le forme hanno della donna. Tale si è il carattere delle statue greche, quanto alle forme umane e delle sculture e scuole di là provenute antiche e moderne. Tra le statue di Roma tu ravvisi subito una fattura greca al donnesco delle forme. Cosí Canova. Il bello delle forme umane consiste dunque nell’inclinare e partecipare al donnesco. Possiamo noi credere che le forme umane, secondo natura, le piú perfette, fossero o sieno di questa sorta? che di questa sorta sia il bello umano concepito da’ primitivi selvaggi ec.? e non anzi l’opposto? che l’intenzione della natura sia tale riguardo all’uomo, cioè ch’essendo perfetto (e ciò vuol dire quale ei dev’essere), abbia del donnesco, e non ne sia anzi remotissimo? Chi s’é mai avvisato tra’ civili di pigliar le forme d’Ercole per modello di bellezza d’uomo? ma nol sarebbero esse veramente  (3428) in natura? e tuttavia l’idea e la statua d’Ercole non è il preciso contrario dell’idea e della statua d’Apollo? certo che sí, quanto alla forma virile e matura ec. (12 settembre 1823).


*    Alla p. 3417. In Francia, siccome la prosa segue l’uso del parlar quotidiano assai piú che altrove, e l’é sempre assai piú conforme, cosí i poeti non hanno creduto potersi scostare gran fatto dall’uso medesimo e dalla prosa, né lasciar di seguire da vicinissimo l’uno e l’altra nelle continue mutazioni ch’esse naturalmente e inevitabilmente subiscono. Sí ne’ poeti che ne’ prosatori ciò nasce dalla natura di quella nazione e di quella società. I poeti francesi non hanno dunque antichità di linguaggio da usare. Tutto e sempre di mano