l’uomo; che essi per le loro naturali disposizioni, non solo non debbono acquistare altre qualità che le destinate loro dalla natura, il che è proprio anche dell’uomo, ma non possono acquistarne molto diverse da queste, come l’uomo può; non possono acquistar tante e cosí varie qualità, come l’uomo può, per essere sommamente conformabile: in fine che le loro naturali disposizioni non rendono possibile tanta varietà di risultati, non possono esser cosí diversamente applicate e usate come quelle dell’uomo. Ond’é che gli animali non acquistino quasi altre qualità che le destinate loro dalla natura, non divengano se non quali la natura gli ha voluti, quali ella intese che divenissero nel dar loro quelle disposizioni. Il che vuol dire ch’ei si mantengono nello stato naturale; che non è altro se non quello che ho detto, cioè divenir tali quali la natura ha inteso; perché né anche gli animali nascono, ma divengono; né la (3378) natura ingenera in essi delle qualità, ma delle disposizioni, ben piú ristrette che quelle dell’uomo. In questo modo e con questa proporzione passando ai vegetabili, e quindi scendendo per tutta la catena degli esseri, troverete che le naturali disposizioni sono di mano in mano sempre maggiormente ad essere che a poter essere, cioè si restringono, finché gradatamente si arrivi a quegli enti ne’ quali la natura non ha posto disposizioni né ad essere né a poter essere, ma solo qualità. Del qual genere io non credo che alcuna cosa si possa in verità trovare, esattamente e strettamente parlando, ma largamente si potrà dire che di tal genere sia questo nostro globo tutto insieme considerato e rispetto al sistema solare o universale, e similmente i pianeti e il sole e le stelle e gli altri globi celesti. Ne’ quali e ne’ moti loro e, per dir cosí, nella vita e nell’esistenza rispettiva degli uni agli altri, niun disordine si può trovare, niuna irregolarità, niun morbo, niuna ingiuria,