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(3357-3358-3359) | pensieri | 339 |
1o, Anche meditor, come medeor e come medicor e come μήδομαι, è deponente.
2o, Meditor quanto al significato equivale appunto al greco μελετάω. Or questo donde è fatto? da μέλω, (oggi inusitato, se non (3358) impersonale) curae sum, e fors’anche curo, onde μέλομαι curo, curam gero, onde μελέτη cura, onde μελετάω, curo, curam gero, e quindi exerceo, exerceo me, meditor, siccome anche μελέτη vale exercitatio, meditatio, anzi anche il participio μεμεληκώς di μέλω trovasi pure per qui se exercuit ec. (vedi lo Scapula in μελετάω).1 Può darsi un esempio e una prova piú bella? Μελετάω è propriamente il meditor de’ greci, ed esso viene da μέλω curo, come meditor da medeor nel suo primitivo, proprio e generale significato, cioè appunto curo. Certo è ridicolo il derivare meditor da μελετάω (come fa il Forcellini), perché questi verbi significano la stessa cosa; ma sebbene quanto all’origine e alla stirpe essi non abbiano tra loro nulla che fare, contuttociò la derivazione del verbo greco serve a mostrare evidentissimamente e chiarire la derivazione, la discendenza, l’origine, la radice del verbo latino a lui equivalente. Derivazione confermata e comprovata dalla nostra teoria della formazione de’ continuativi, tra’ quali questo (3359) è regolarissimo per la forma, proprissimo pel significato. Chi non vede che l’esercitare e il meditare una cosa è una continuazione del semplice averne o pigliarne cura? il che si può talvolta compiere in poca d’ora; ma quello di necessità e per sua natura esige durata, lunghezza, continuità di tempo.
Ecco come la nostra teoria de’ continuativi rischiara mirabilmente le origini della lingua latina, rettifica l’etimologie, mostra le vere e primitive proprietà delle voci, le analogie scambievoli delle lingue. Come qui, coll’osservazione che meditor debba
- ↑ Lo credo errore di stampa per μεμελητηκῶς