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(3225-3226-3227) pensieri 257

tardi pianta nuove melodie che niun’altra ragione avessero di esser tali se non le regole sole dell’arte; né da poter gittarne sopra queste regole unicamente, o sopra le forme e melodie musicali da altri inventate di pianta, delle quali non poteva ancora avervi cosí gran copia, come ve n’ha tra’ moderni. Ma quel ch’é piú, l’arte, sebben cominciò anche tra’ greci a corrompersi e declinare da’ suoi principii e da’ suoi proprii obbietti o fini e instituti, anzi molto avanzò nella corruzione (vedi Viaggio d’Anacarsi, l. c.), non giunse tuttavia di gran lunga ad allontanarsi tanto come tra noi, e cosí decisamente e costantemente, dalla sua prima origine, dal primo fondamento e ragione delle sue regole, dalla prima materia delle sue composizioni, cioè le popolari melodie; né a dimenticare,  (3226) come oggi, impudentemente e totalmente il suo primo e proprio fine, cioè di dilettare e muovere l’universale degli uditori ed il popolo; nè, molto meno, giunse a rinunziar quasi interamente e formalmente a questo fine e scambiarlo apertamente in quello di dilettare o maravigliare o costringere a lodare e applaudire una sola e sempre scarsissima classe di persone, cioè quella degl’intendenti: il quale per verità è il fine che realmente si propone la musica tedesca, inutile a tutti fuori che agl’intendenti, e non già superficiali, ma ben profondi. Non fu cosí la musica greca. E in questo ravvicinamento della moderna musica al popolare, ravvicinamento cosí biasimato dagl’intendenti, e che sarà forse cattivo per il modo, ma in quanto ravvicinamento al popolare è non solo buono, ma necessario, e primo debito della moderna musica; in questo ravvicinamento, dico, vediamo quanto l’effetto della musica abbia guadagnato e in estensione, cioè nella universalità, e in vivezza, cioè nel maggior diletto, ed anche talor maggior commovimento degli animi.  (3227) Che se in niuna parte, e meno in quest’ultima, gli effetti della moderna musica sono per anche paragonabili a