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(2986-2987) | pensieri | 117 |
biezionenon è piú per me che per gli altri (17 luglio 1823).
* È notabile che tutte le maniere di verbi frequentativi o diminutivi italiani da me altrove enumerati, come saltellare, salterellare ec., sono immancabilmente e solamente della prima coniugazione, ancorché il verbo originale e positivo sia d’altra coniugazione, come scrivere, onde scrivacchiare ec.; né piú né manco che in latino tutti i continuativi e frequentativi o diminutivi (se non forse pochi anomali) del genere ch’io ho preso ad esaminare, da qualunque coniugazione essi vengano; ed anche altri verbi derivativi, sieno diminutivi sieno frequentativi sieno l’uno e l’altro insieme ec., di verbi originali ec. con diverse formazioni, che non spettano alla mia teoria ed istituto, come ustulare, misculare di cui altrove ec., pandiculari, vellicare (vedi p. 2996, margine), sorbillo, cantillo, conscribillo ec., cavillor, missiculo, claudico, ec. Anche in francese tali verbi diminutivi ec. e cosí in ispagnuolo mi par che sieno della prima coniugazione (17 luglio 1823).
* Scambio del v in g, del quale ho detto altrove. Nuvolo (dal latino nubilum) - nugolo. Pagolo per Pavolo e Paulo (spagnuolo Pablo) (18 luglio 1823).
* Dico che nella formazione dei continuativi da’ verbi della prima, l’ultima a del participio si cambia in i. Da mussatus mussitare. Ed aggiungo che i verbi della prima non hanno se non questo o continuativo o frequentativo, e non un altro frequentativo che verrebbe a essere in ititare. Si eccettuino (2987) i verbi il cui participio è dissillabo, come do, flo, no-datus, flatus, natus, i quali non mutano l’a in i, ma la conservano. Datare, flatare, natare. E da questi participii si potrà anche fare un distinto frequentativo in itare, sebbene