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94 pensieri (2946-2947)

nieraantica, se usa eziandio le antiche favole ec., se mostra di accostarsi alle antiche opinioni, se preferisce gli antichi costumi, usi, avvenimenti, se imprime alla sua poesia un carattere d’altro secolo, se cerca insomma o di essere, quanto allo spirito e all’indole, o di parere antico. Perdóno se il poeta, se la poesia moderna non si mostrano, non sono contemporanei a questo secolo, poiché esser contemporaneo a questo secolo è, o inchiude essenzialmente, non esser poeta, non esser poesia. Ed ei non si può essere insieme e non essere (11 luglio 1823). E non è conveniente a filosofi e ad un secolo filosofo il richieder cosa impossibile di natura sua, e contraddittoria in se stessa e ne’ suoi propri termini (12 luglio 1823).  (2947)


*   Intentare latino da intendo, onde il francese intenter e quello che noi pur diciamo intentare un’accusa, un processo e simili. Vedi il glossario Cang. Participio intentatus. Intentare de’ nostri antichi (vedi la Crusca in intentare e intentazione) e intentar spagnuolo, da tento colla preposizione in e vale lo stesso che tentare. Questo composto, tutto alla latina, ma tutto diverso dall’altro intentare sopraddetto, io lo credo venuto, se non altro, dal latino volgare, poiché m’ha sapor di vera latinità, e non mi riesce verisimile che sia stato creato nelle lingue vernacole, pochissimo usate a crear nuovi composti con preposizioni, il qual uso è tutto greco e latino. Participio intentato, intentado o intentatus, cioè tentatus (similmente obtento, se questa voce è vera, viene da ob-tineo, laddove ostento da os-tendo, anticamente obs-tendo, [vedi la p. 2996]). Diverso da questo è l’altro participio intentatus che significa il contrario, cioè non tentatus, fatto non colla preposizione in, ma colla particella privativa del medesimo suono in, il quale participio noi pure l’abbiamo e viene ad essere un terzo parti-