Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/49

(2069-2070-2071) pensieri 37

o altre  (2070) voci, inserisce o aggiunge comunque, quasi per vezzo, il v, che non ci va, massimamente fra due vocali, per evitare l’iato, al modo appunto del digamma eolico, ch’io dico esser lo stesso che l’antico v latino. Del resto, come i latini dicevano audivi e audii ec. ec., cosí è solenne proprietà della nostra lingua il poter togliere il v agl’imperfetti della 2a 3a e 4a congiugazione e dire tanto udia, leggea, vedea quanto udiva, leggeva, vedeva (cioè videbat ec., essendo il b latino un v presso noi in tali casi, come lo era spesso fra’ latini, e viceversa, e come tra gli spagnuoli queste due lettere e ne’ detti tempi e sempre si confondono). Particolarità analoghe a queste che ho notate nella lingua italiana si possono anche notare nella francese e piú nella spagnuola. Siccome l’analogia fra la f e il v si può notare nel francese vedendo dal mascolino vif farsi il femminino vive ec. ec. (7 novembre 1821).  (2071)


*   Alla p. 2052, fine. Dissertare, exsertare, insertare, da dissertus, exsertus, insertus, di disserere, exserere, inserere. Il nostro concertare, concerto ec. e il francese e lo spagnolo non sembrano essere altro che un continuativo di conserere (vedi Forcellini in questa voce), detto da prima consertare. Vedi la Crusca in consertare, conserto ec. ec. e i dizionari francesi e spagnuoli. Giacché non pare che abbiano a far niente col latino puro concertare, da certare. Il glossario non ha nulla né di consertare, consertus ec., né di concertare, concertus ec., e non accade consultarlo. Il nostro disertare ec. viene, come altrove ho detto, da desertus ec. Sembra anche che esistesse un continuativo del semplice serere, cioè sertare. Sertatus regali majestate ha Marziano Capella, e lo porta il Forcellini in sertatus, che spiega coronatus, serto circumdatus; e sertare nel glossario si spiega sertum imponere, coronare, quasi volessero dire che questo verbo è formato dal sustan-