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430 | pensieri | (2783-2784) |
credute provenzali di origine, o perché si trovano nei loro scrittori, e non piú presso noi; o perchè, alquanto mutate dalla prima figura e significazione, le ritolsero dai provenzali i nostri primi poeti o que’ del trecento e i commerci di que’ tempi, vedi Perticari, Apologia, capo XI-XII, p. 108-17 e capo XIX, fine p. 176-7). Cosí dico di molte voci spagnuole ricevute nella nostra lingua durante il cinquecento e il seicento, ne’ quali secoli la letteratura spagnuola nata dall’italiana, modellavasi pur tutta sull’italiana, e quindi certo la loro lingua doveva abbondare, e abbondava, di parole e maniere provenutele dall’italiano.
Ma lasciando questo, potremo anche dire che il sistema de’ continuativi fosse proprio della lingua onde nacquero la latina e la greca; che di lei fossero il verbo sum (il quale certo si trova (2784) tutto nella sascrita) e il verbo sto che ne deriva; che da lei li pigliassero le dette due lingue; e che poi dalla greca venisse nella latina, coll’andar del tempo e de’ commerci, il verbo sisto. Cosí discorrete de’ verbi apo ed apto, ἆπτω ed ἆπομαι, de’ quali nella mia teoria de’ continuativi.
In questa supposizione la lingua latina resterebbe pur molto superiore alla greca, rispetto alla conservazione dell’antichità. 1°, Ella avrebbe conservato il sistema de’ continuativi, e la greca no. Di piú ella n’avrebbe conservato il modo, cioè la formazione da’ participii passivi, il che alla lingua greca è impossibile. 2°, Il suo verbo sum sarebbe piú conforme a quello della lingua madre. E ciò si proverebbe, primo perch’esso, come ho detto, si trova molto piú simile a quello della lingua sascrita antichissima, che non il greco εἰμί: secondo, perché esso si presterebbe ottimamente per la sua forma grammaticale, come altrove ho mostrato, alla formazione del verbo sto, il quale nella nostra supposizione sarebbe venuto dalla lingua madre, e in essa, come in latino, sarebbe stato un