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32 pensieri (2060-2061-2062)

tazione, di necessità, di poca libertà, un carattere intollerante di novità individuali e di decisa originalità.


    La lingua greca a’ suoi buoni tempi fu anch’ella molto usata nel foro, nelle concioni, ne’ consigli degli ottimati, ma, oltreché le circostanze de’ tempi e lo spirito era ben diverso da quello de’ tempi moderni e di quei medesimi in cui fu formata la latina, e perciò le stesse cagioni non producevano allora gli stessi effetti, la lingua greca dovea necessariamente anche rispetto a questi usi esser tanto varia quanto moltiplici erano le repubbliche in cui la Grecia era divisa e moltiplici le patrie degli oratori. La Grecia era composta, come di moltissimi reggimenti, giacché ogni città era una repubblica, cosí di moltissime lingue; e l’uso pubblico di queste non poteva nuocere alla varietà né introdurre l’uniformità e la schiavitú, essendo esso stesso necessariamente vario e non potendo essere uniforme. La Grecia non aveva una capitale. Non aveva neppure  (2061) molto stretto uso di società, se non in Atene. E in Atene infatti, per quel tal uso che v’era di polita società, per innalzarsi quella città sopra le altre in materia di gusto, di coltura, di arti, ec., la lingua greca fu piú formata, piú stabilita, meno libera che altrove, nonostante la diversità de’ forestieri che accorrevano a quella città, la sua situazione marittima, il suo commercio, la sua Jαλασσοκρατία. E quando i grammatici cominciarono a ridurre ad arte la lingua greca e quando nella lingua greca si cominciò a sentire il non si può e gli scrupoli ec., tutto questo fu in relazione alla lingua attica. Ma i diversi dialetti greci, tutti riconosciuti per legittimi, dopo essere stati adoperati o interamente o in parte da grandi scrittori; lo stesso costume della lingua attica notata da Senofonte; il carattere sostanziale finalmente  (2062) della lingua greca, già da tanto tempo formata ed anteriore assai alla superiorità di Atene,