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(2695-2696-2697) pensieri 383

ha durato piú lungo tempo. Sebbene nei secoli bassi la civiltà greca fosse in gran decadenza, e similmente e proporzionatamente la lingua greca illustre, nondimeno la Grecia non divenne assolutamente barbara, se non dopo la presa di Costantinopoli, conservandosi almeno qualche parte della civiltà greca, se  (2696) non altro, nella Corte di Bisanzio finché questa durò. E fino a questo medesimo termine durò ancora la lingua greca illustre, in maniera che gli scrittori greci di questi ultimi tempi, come Teofilatto e quei della Storia Bizantina, sono per la piú parte intelligibili e piani senz’altro particolare studio, a tutti quelli che intendono Omero ed Erodoto. Di modo che la lingua greca illustre durò sempre una e sempre quella, per ventitré secoli, cioè da Omero fino all’ultimo imperatore greco. Durata maravigliosa: ma tale altresí fu quella della greca civiltà. Perché la Grecia per niuna circostanza di tempi non divenne mai interamente barbara finché non fu tutta suddita de’ turchi; né mai per tutto l’intervallo de’ secoli antecedenti fu priva di letteratura, neanche ne’ peggiori secoli, come si può vedere, considerando anche solamente la Biblioteca di Fozio scritta nel nono secolo, e le varie opere di Tzetze  (2697) scritte nel dodicesimo, oltre il Violario d’Eudocia Augusta, il Lessico di Suida ec. opere che in niun’altra parte del mondo fuor della parte greca, quando pur fossero state tradotte nelle rispettive lingue, si sarebbero a quei tempi sapute neppure intendere, non che comporne delle simili.

La lingua illustre latina nata tanto piú tardi, tanto piú presto morí, perché la civiltà italiana e quella di tutta l’Europa latina per diverse circostanze finí pochissimi secoli dopo nata. Già quando Costantino trasportò la corte in Bisanzio, la Grecia vinceva d’assai e per civiltà e per letteratura il mondo latino, e massimamente l’Italia. E forse questa fu una delle cagioni che indussero Costantino a quel traslocamento,