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pensieri |
(2620-2621-2622) |
storie e libri geroglifici, ma non alfabeto. La China ha inventato polvere, bussola, e fino la stampa; ha infiniti libri, ha prodotto un Confucio, (2621) ha letteratura, ha gran numero di letterati, fino a farne piú classi distinte, con graduazioni, lauree, studi pubblici ec. ec.; ma non ha alfabeto (benché i libri cinesi si vendano tuttodí per le strade della China al minutissimo popolo e anche ai fanciulli, e la professione del libraio sia delle piú ordinarie e numerose). 2°, Si sa espressamente per tradizione che gli alfabeti son passati da paese a paese. La Grecia narra d’avere avuto il suo dalla Fenicia; cosí ec. ec. ec. 3°, Grandissima parte degli alfabeti dimostra l’unità dell’origine guardandone sottilmente o il materiale o i nomi delle lettere (come quelli del greco paragonati agli ebraici ec. ec.). E questo, non ostante che le nazioni siano disparatissime e niun commercio sia mai stato fra talune di esse, come tra gli ebrei e i latini antichi che ricevettero l’alfabeto (forse) dalla Grecia, che l’ebbe dalla Fenicia, che l’ebbe da’ samaritani o viceversa ec. ec., e cosí l’alfabeto latino vien pure a ravvicinarsi sensibilmente all’ebraico. (2622) 4°, Se alcuni alfabeti non dimostrano affatto alcuna somiglianza con verun altro, né per figura né per nomi ec., ciò non conclude in contrario. Ma vuol dire o che l’antichità tolse loro o agli alfabeti nostri ogni vestigio della loro primissima origine; o piuttosto che quelle tali nazioni, ricevendo pur di fuori, come le altre, l’uso della scrittura alfabetica, o non adottarono però l’alfabeto straniero, o adottatolo lo vennero appoco appoco perfezionando, cioè accomodando alla loro lingua, finché lo mutarono affatto: o vero tutto in un tratto gliene sostituirono un altro nuovo e proprio loro, come fu dell’alfabeto armeno sostituito al greco ch’era stato usato fino allora dalla nazione, la quale, col mezzo di esso, aveva imparato a scrivere e conosciuto l’uso dell’alfabeto, del che vedi p. 2012 (2 settembre 1822).