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voci tolte dalle proprie lingue, le quali voci, benché fossero formate, composte ec. di nuovo, sempre porterebbero seco qualche idea concomitante. Ma per questa medesima ragione le voci greche sono intollerabili nella bella letteratura (barbare poi nella poesia, benché i francesi si facciano un pregio, un vezzo e una galanteria d’introdurcele), dove intollerabili sono le idee secche e nude, o la secca e nuda espressione delle idee (6 agosto 1822).


*   A ciò che ho detto altrove di quel verso dell’Alfieri, Disinventore od inventor del nulla, soggiungi. Quest’appunto è la mirabile facoltà della lingua greca, ch’ella esprime facilmente, senza sforzo, senza affettazione, pienamente e chiarissimamente, in una sola parola, idee che l’altre lingue talvolta non possono propriamente e interamente esprimere in nessun modo, non solo in una parola, ma né anche in piú d’una. E questo non lo conseguisce la detta lingua per altro mezzo che della immensa facoltà de’ composti.  (2596)


*   Quanta sia l’influenza dell’opinione e dell’assuefazione anche sui sensi, l’ho notato altrove coll’esempio del gusto, che pur sembra uno de’ sensi piú difficili ad essere influiti da altro che dalle cose materiali. Aggiungo una prova evidente. Io mi ricordo molto bene che da fanciullo mi piaceva effettivamente e parevami di buon sapore tutto quello che, per qualunque motivo ch’essi s’avessero, m’era lodato per buono da chi mi dava a mangiare. Moltissime delle quali cose, ch’effettivamente, secondo il gusto dei piú, sono cattive, ora non solo non mi piacciono, ma mi dispiacciono. Né per tanto il mio gusto intorno ai detti cibi s’é mutato a un tratto, ma a poco a poco, cioè di mano in mano che la mente mia s’é avvezzata a giudicar da se, e s’é venuta rendendo indipendente dal giudizio e opinione degli altri, e dalla prevenzione che preoccupa la sensazione. La qual assuefa-