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(2489-2490-2491) | pensieri | 271 |
altre meno. E fra queste l’umana ne ha piú di tutte. Ma fra gli uomini altri n’hanno piú, altri meno: ed anche naturalmente questi nasce con piú, questi con meno talento.
Di piú l’amor proprio essendo una qualità del vivente, e queste qualità, come ho provato in piú luoghi, essendo disposizioni, e queste disposizioni conformabili e che possono fruttificare e produrre delle facoltà, e questo massimamente nell’uomo, ne segue che l’amor proprio, specialmente nell’uomo, è conformabile e coltivabile come le altre qualità. Anzi tanto piú quanto egli abbraccia tutte le qualità dell’animo del vivente. Quindi anche l’amor proprio fa progressi, come ne fa lo spirito umano, ed è maggiore non solo in una specie o individuo naturalmente piú vivo e sensitivo, ma anche in un individuo cólto rispetto ad uno non cólto, in un secolo cólto rispetto (2490) ad un altro meno cólto, in una nazione civile rispetto a una barbara, e in uno individuo medesimo è maggiore dopo lo sviluppo delle sue qualità o disposizioni sensitive, sentimento, vitalità, ingegno, è maggiore, dico, che non era prima.
E siccome ho provato che l’infelicità dell’animale è sempre in ragion diretta dell’attività del suo amor proprio, cosí resta chiaro e perché l’uomo sia naturalmente meno felice degli altri animali e perché a misura ch’egli s’incivilisce, il che accresce di mano in mano l’attività dell’amor proprio, egli divenga ogni giorno piú infelice, necessariamente e quasi per legge matematica.
Che poi l’amor proprio sia conformabile, coltivabile, modificabile, sviluppabile, suscettivo d’incremento e di maggiore o minore attività e influenza, si farà chiaro considerando l’amor proprio come una passione. E infatti lo è, anzi non v’é passione che non sia amor proprio, e tutte sono un effetto suo (2491) non distinto dalla causa e non esistente fuor di lei, la