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120 pensieri (2232-2233-2234)



*    Non esiste né può esistere né sommo bene né sommo male; tanto come sommo, quanto come bene o male, nessuna cosa essendo per se o buona o cattiva. Bensí il sommo bene o male  (2233) può esistere dentro i limiti di una stessa natura, dipendentemente e posteriormente all’ordine e all’essenza di lei, relativamente ad essa, agli esseri ch’ella comprende, alle qualità che dentro il suo sistema e dopo il suo sistema e a cagione e in virtú del suo sistema sono buone o cattive, piú o meno buone o cattive (7 dicembre 1821).


*    Ho detto altrove che nel giudizio che il lettore pronunzia sulle poesie (cosí proporzionatamente si può dire d’ogni altro genere di scrittura), dipende ed è influito moltissimo dall’attuale disposizione del suo animo, e soggetto perciò ad esser falsissimo, sí nel favorevole come nello sfavorevole, per molto che il lettore sia giudizioso, ingegnoso, sensibile, capace di entusiasmo, insomma giudice al tutto competente. Osservate infatti. In una disposizion d’animo fredda e indifferente, ovvero  (2234) distratta o gravata d’altre cure, o scoraggiata o disingannata ec., sia ella tale attualmente per qualunque cagione o abitualmente, acquisita o naturale ec., le piú belle scene della natura ec. ec. non producono, neppure all’uomo il piú sensibile del mondo, il menomo effetto, e quindi nessun piacere; e non però elle sono men belle. Cosí viceversa. Similmente dunque deve accadere e similmente si deve discorrere del giudizio che gli uomini, anche i piú capaci, pronunziano e concepiscono delle poesie, cose di eloquenza, di sentimento d’immaginazione ec. Giudizio diversissimo e nelle diverse persone e in una stessa in diversi tempi e momenti anche della giornata, e molto piú in diverse nazioni ec. Aggiungete la sazietà, la scontentezza, il vôto dell’animo, la noia; aggiungete le circostanze degli studi, il trovarsene sazio o an-