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(1318-1319) | pensieri | 85 |
filosofi moderni, gran parte di detti termini è ancora in uso nelle scuole o in parte di esse e per questa e per altre ragioni, sono di universale e precisa e chiara intelligenza (13 luglio 1821). Vedi p. 1402.
* Alla p. 1285. Osserviamo inoltre quanti vocaboli derivati da soli antichi errori di scrittura si scoprano, mediante la critica, essersi introdotti e ne’ vocabolari e nell’uso stesso degli scrittori antichi o moderni che sogliono formarsi sopra i piú antichi ed attingerne la lingua ec. (14 luglio 1821).
* Alla p. 1259, principio. Nel che, intorno al giudizio del bello, non opera tanto l’assuefazione, quanto l’opinione. Giacché di momento in momento varia il giudizio, e se noi (1319) vediamo una foggia di vestire novissima e diversissima dall’usitata, noi subito o quasi subito la giudichiamo bella e proviamo ben tosto il senso della bellezza, se sappiamo che quella foggia è d’ultima moda, e, se al contrario, il contrario ci accade, perché quella nuova foggia contrasta sí all’assuefazione nostra, come all’opinione. Aggiungete che noi giudichiamo bella quella nuova foggia di moda, quando pure contrasti a tutte le forme ricevute del bello, eccetto che allora, bastando un solo momento per formare il giudizio del bello, vi vorrà però proporzionatamente qualche poco di tempo per concepirne il senso istantaneo, vale a dire acquistarne l’assuefazione, la quale conserva pur sempre i suoi diritti, e disfare l’assuefazione passata.
Del resto, quanto la pura opinione indipendente dall’assuefazione stessa e da ogni altra cosa influisca sul giudizio e senso del bello, si potrebbe mostrare con mille prove le piú quotidiane, quantunque perciò appunto meno avvertite. Chi non sa che una bellezza mediocre ci par grande, s’ella ha gran fama? E che ci sentiamo piú inclinati e proviamo il senso della