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(1257-1258) pensieri 39

non tutti però convengono nel preferirlo alla languidezza e anche alla melensaggine ec. Non so neppure se quelle donne inglesi che si paragonano ai silfi e si giudicano da molti sí belle e si antepongono ec. appartengano al numero di quelle significate da Omero ne’ citati luoghi.

Ed osservo, cosa manifesta per l’esperienza, che la donna, ancor prima di essere suscettibile d’invidia per cagione della bellezza, tarda molto piú degli uomini a poter formare un giudizio fino e distinto circa le forme esteriori del suo sesso, e non giunge mai a quella perfezione di giudizio e di gusto a cui gli uomini arrivano. Cosí viceversa discorrete degli uomini rispetto al sesso loro. Intendo già in parità di circostanze e non di paragonare, per esempio, una donna molto riflessiva ec. ec. a un uomo torpido e poco o niente suscettibile ec. Giacché, in tal caso, ognuno intende che quella tal  (1258) donna ben facilmente sarà miglior giudice delle forme del suo stesso sesso, che questo tal uomo (1 luglio 1821).


*    Osservate i differentissimi e spesso contrarissimi giudizi delle diverse nazioni o provincie, e de’ diversi tempi e di una stessa nazione o provincia in diverso tempo, circa la bellezza e grazia del portamento delle diverse classi di persone, delle maniere di stare di andare di sedere di gestire di presentarsi ec. e circa le stesse creanze, eccetto quelle che sono determinate e prescritte dalla ragione e dal senso comune. Intorno alle quali cose possiamo dire che non c’é maniera giudicata bellissima e graziosissima e convenientissima in un luogo o in un tempo, che in altro luogo o tempo non sia, non sia stata o non sia per esser giudicata bruttissima, sconveniente, di mal garbo ec. Certo è che intorno alla bellezza del portamento dell’uomo nessuno può stabilire veruna regola, veruna teoria, veruna norma, verun modello assoluto. Non parlo delle