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(1997-1998) | pensieri | 483 |
quel torno (Montaigne nel cinquecento o non fu tale o non bastò, o non era tale da formare e fissare bastantemente una lingua). Quindi la sua epoca non va piú in là, ella conta un secolo e mezzo al piú, l’autorità degli antichi è e dev’esser nulla per lei. Dove comincia la vera e propria letteratura di una nazione, quivi comincia l’autorità de’suoi scrittori in punto di lingua.
E per questa parte non è pedantesco il rigettare in lingua italiana l’autorità degli scrittori moderni o farne poco caso, perché l’Italia non ha letteratura propria moderna, né filosofia moderna (laddove nelle scienze dov’ella è moderna come le altre nazioni è veramente pedantesco il rigettare l’autorità moderna anche in punto di lingua). Se l’avesse, come le altre nazioni, tanto varrebbe l’autorità moderna quanto l’antica. Ma gli scrittori italiani moderni, o non (1998) hanno curato punto la lingua, né hanno servito ad una letteratura nazionale, ma forestiera, e quindi non sono propriamente italiani come scrittori; o curando la lingua non hanno servito ad una letteratura moderna, ma antica, non hanno scritto a' contemporanei, non hanno fatto che imitare gli antichi e quindi come scrittori non sono propriamente moderni; o badando o non badando alla lingua non hanno detto nulla o pochissimo di pensato, di proprio, di notabile, di nuovo, e quindi come scrittori non sono né moderni né antichi. Buono scrittore italiano moderno non si trova; o quei pochi non sono bastati e non bastano a formare una letteratura italiana moderna che ne determini la lingua, o piuttosto a continuare senza interruzione la letteratura italiana cominciata nel trecento e sempre diversamente modificata secondo i tempi, finch’ella è durata (26 ottobre 1821).