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(1895-1896-1897) | pensieri | 429 |
chezze antiche (che già non ponno esser molte, né di grand’uso, essendo anteriori alla formazione della lingua) senza corrompersi, né sformarsi, né perdere la sua indole; al contrario dell’italiana.
Da queste osservazioni seguirebbe che la corruzione della lingua italiana, e proporzionatamente della spagnuola, fosse oggi tanto piú facile e quasi inevitabile, quanto la sua perfezione è piú antica e d’indole diversa da quella de’ tempi moderni. Ora io (1896) convengo che sia facilissima, perch’è facilissimo il non attenderci, il non istudiar la lingua e il non possederla, come si fa; e che sia piú difficile oggidí lo scriver bene la nostra lingua che qualunque altra. Dico però ch’ella nella natura della sua stessa perfezione antica contiene i principii essenziali di conservazione; che la sua vera indole porta con se gli elementi della sua durata; ed in modo che laddove le altre lingue si corromperanno prestissimo, la nostra (quando vi si ponga l’osservazione che bisogna) potrà sempre conservarsi qual era o piuttosto ritornar tale.
Il moderno diviene antico, e tuttociò che oggi è antico fu moderno. Cosí che l’esser moderna la formazione del francese o del tedesco non proverà altro se non che la loro corruzione sia piú lontana, non già ch’elle non sieno soggette a corruzione. Di piú, il moderno diviene antico tanto piú presto, quanto piú il mondo si avanza, perché la sua marcia si accelera in proporzione del suo avanzamento.
Quello che bisogna osservare si è gli elementi e la natura di ciò che forma (1897) la perfezione e l’indole di una lingua. Ora la lingua francese, formata ne’ tempi che per noi sono moderni, contiene in se stessa i principii di corruzione ed alterazione che ho notati di sopra; perocch’ella, secondo la natura di tali tempi, è sottoposta nella sua forma alla servitú della ragione. Laddove la lingua italiana, formata in tempi che per noi sono antichi e secondo