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pensieri |
(1854-1855-1856) |
Questo effetto deriva dall’ignoranza de’ rapporti, parte principale della filosofia, ma che non si ponno ben conoscere senza una padronanza sulla natura, una padronanza ch’essa stessa vi dia, sollevandovi sopra di se, una forza di colpo d’occhio, tutte le (1855) quali cose non possono stare e non derivano, se non dall’immaginazione e da ciò che si chiama genio in tutta l’estensione del termine. I tedeschi si strisciano sempre intorno e appiedi alla verità; di rado l’afferrano con mano robusta; la seguono indefessamente per tutti gli andirivieni di questo laberinto della natura, mentre l’uomo caldo di entusiasmo, di sentimento, di fantasia, di genio, e fino di grandi illusioni, situato su di una eminenza, scorge d’un’occhiata tutto il laberinto, e la verità che sebben fuggente non se gli può nascondere. Dopo ch’egli ha comunicato i suoi lumi e le sue notizie a de’ filosofi come i tedeschi, questi l’aiutano potentemente a descrivere e perfezionare il disegno del laberinto, considerandolo ben bene palmo per palmo. Quante grandissime verità si presentano sotto l’aspetto delle illusioni e in forza di grandi illusioni; e l’uomo non le riceve se non in grazia di queste e come riceverebbe una grande illusione! Quante grandi illusioni concepite in un momento (1856) o di entusiasmo o di disperazione o insomma di esaltamento sono in effetto le piú reali e sublimi verità o precursore di queste, e rivelano all’uomo, come per un lampo improvviso, i misteri piú nascosti, gli abissi piú cupi della natura, i rapporti piú lontani o segreti, le cagioni piú inaspettate e remote, le astrazioni le piú sublimi! dietro alle quali cose il filosofo esatto, paziente, geometrico, si affatica indarno tutta la vita a forza di analisi e di sintesi. Chi non sa quali altissime verità sia capace di scoprire e manifestare il vero poeta lirico, vale a dire l’uomo infiammato del piú pazzo fuoco, l’uomo la cui anima è in totale disordine, l’uomo posto in uno stato di vigor