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354 pensieri (1761-1762-1763)

giore altre in minor grado; alcune, come le scimie, poco meno dell’uomo? Dimostrato che tutte le  (1762) facoltà umane ec. ec. ec. non sono altro che assuefazione, è dimostrato che la natura dell’animo umano, come quella del corpo, è la stessa che quella dell’animo dei bruti. Solamente varia nella specie ovvero nel grado delle qualità, come pur variano in questo i diversi animi delle diverse specie di bruti. Il bruto è piú tenace e servo dell’assuefazione. Ciò viene appunto da minore assuefabilità della nostra, perché questa, quanto è maggiore per natura e resa maggiore per esercizio, tanto piú rende facile il cangiare, deporre, variare, modificare assuefazione, come ho spiegato altrove. Gli animali sono tanto piú servi dell’assuefazione, quanto meno sono assuefabili proporzionatamente alla natura diversa delle specie e degl’individui; vale a dire quanto minor talento hanno, cioè disposizione ad assuefarsi. Vedi p. 1770, capoverso 2. Quindi il mulo, difficilissimo ad assuefarsi, è tenacissimo dell’assuefazione e suo schiavo. Egli è un animale stupido. Gli animali stupidi sono servi dell’assuefazione piú de’ vivaci ec. ec. Paragonate su queste teorie l’asino al cavallo, la pecora  (1763) al cane ec. ec., gli animali indocili (cioè poco assuefabili, e però tenacissimi della assuefazione o contratta da loro o comunicata loro) ai docili ec. ec. (21 settembre 1821).


*   Qualunque assuefazione o abito non è altro che un’imitazione, in questo modo, che l’atto presente imita l’atto o gli atti passati. Ciò tanto nell’uomo, quanto negli animali: tanto nelle assuefazioni che si contraggono da se e spontaneamente e senza volontà determinata, attenzione ec., quanto in quelle che ci vengono comunicate, insegnate ec. ec. o per forza o per amore o per istudio, e con attenzione e volontà di assuefarsi ec. ec. ec. Il cavallo che accelera il passo o si mette in moto ad una certa voce, imita quello