Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/354

340 pensieri (1737-1738)

facoltà, che realmente sono pochissime e semplicissime. E infatti abbiamo veduto che la facoltà della memoria distintamente considerata, come si suole, facendone una delle tre principali potenze dell’anima, è un sogno, e ch’ella non è altro che una modificazione o un effetto dell’intelletto e della immaginazione.

L’attenzione che ho chiamata materiale si può applicare a tutte le altre assuefazioni umane indipendenti o poco dipendenti dallo spirito e dalla stessa memoria. Giacché non la sola assuefazione che chiamiamo memoria, ma tutte hanno bisogno dell’attenzione per esser contratte; bensí questa può essere, volontaria o involontaria, avvertita o no, spirituale insomma o materiale, come quella che cagionano (secondo che ho detto) le forti sensazioni (19 settembre 1821).


*   Da che nacque l’invenzione del  (1738) canocchiale che ha tanto influito sulla navigazione, sulla stessa filosofia metafisica e quindi sulla civilizzazione? Dal caso. E l’invenzione della polvere che ha mutato faccia alla guerra ed alle nazioni e tanto contribuito a geometrizzare lo spirito del tempo e distruggere le antiche illusioni, insieme col valore individuale ec. ec.? Dal caso. Chi sa che l’aereonautica non debba un giorno sommamente influire sullo stato degli uomini? E da che cosa ella deriva? Dal caso. E quelle scoperte, infinite di numero, sorprendenti di qualità, che furono necessarie per ridurre l’uomo in quel medesimo imperfetto stato in cui ce lo presenta la piú remota memoria che ci sia giunta delle nazioni; scoperte che hanno avuto bisogno di lunghissimi secoli, e per essere condotte a quella condizione ch’era necessaria per una società alquanto formata, e per essere poi perfezionate come lo sono oggidí; scoperte che oggi medesimo, dopo ch’elle son fatte da tanto tempo, dopo