Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/336

322 pensieri (1706-1707)

abbiano qualche menoma diversità di significato da quelle delle altre nazioni. Il detto effetto delle prime concezioni fanciullesche, intorno alle parole a cui sono abituati i fanciulli, si stende anche ai diversi nuovi usi delle stesse parole, che ne fanno gli scrittori o i poeti, alle parole analoghe in qualsivoglia modo (o per derivazione o per semplice somiglianza ec.), a quelle a cui da fanciulli ci abituammo ec. ec., e quindi influisce su quasi tutta la propria lingua, anche la piú ricca e la meno capace di esser ben conosciuta da’ fanciulli (15 settembre 1821).


*   Dalle superiori osservazioni (p. 1705-1706), che si possono molto e filosoficamente estendere, deducete che forse nessun individuo (come nessuna nazione rispetto alle altre) ha precisamente le idee di un altro circa la piú identica cosa. E siccome la ragione dipende ed è interamente determinata e modificata dal modo in cui le cose si concepiscono,  (1707) quindi: 1o, spiegherete i differentissimi modi in cui gli uomini ragionano, le diversissime opinioni e conseguenze che tirano dalle cose ed anche le diversità stesse dei gusti, dei costumi, ec. ec. ec.; 2o, osserverete quanto dobbiamo noi fidarci della ragione e credere al vero assoluto, quando di questo vero, che noi crediamo universalmente riconosciuto, si può dir quello che si dice degli oggetti materiali. Le diverse viste vedono uno stesso oggetto in diversissime misure (vedi due miei pensieri in proposito), ma siccome anche nel veder la misura esse provano la stessa differenza, cosí il senso della differenza sparisce ed ella è impossibile a ravvisarsi e determinarsi. Cosí gli uomini concepiscono diversissime idee di una stessa cosa, ma esprimendo questa con una medesima parola, e variando anche nell’intender la parola, questa seconda differenza nasconde la prima; essi credono di esser d’accordo, e non lo sono. ec. ec. ec. Pensiero