Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
296 | pensieri | (1661-1662-1663) |
maggiore (1662) o minor delicatezza e suscettibilità di organi, cioè facilità di essere in diversi modi affetta, capacità e adattabilità, o a tutti o a qualche determinato genere di apprensioni, di assuefazioni, concezioni, attenzioni. Questa non è propriamente facoltà, ma semplice disposizione. Nella mente nostra non esiste originariamente nessuna facoltà, neppur quella di ricordarsi. Bensí ell’é disposta in maniera che le acquista, alcune piú presto, alcune piú tardi, mediante l’esercizio: ed in alcuni ne acquista (gli altri dicono sviluppa) piú, in altri meno; in alcuni meglio, in altri imperfettamente; in alcuni piú, in altri meno facilmente; in alcuni cosí, in altri cosí modificate, secondo le circostanze che diversificano quasi i generi di una stessa facoltà. Come una persona di corporatura sveltissima ed agilissima è dispostissima al ballo. Non però ha la facoltà del ballo se non l’impara, ma solo una disposizione a poterlo facilmente e perfettamente imparare ed eseguire. Cosí dico di tutte le altre facoltà ed abilità materiali. Nelle quali ancora, oltre la disposizione (1663) felice del corpo, giova ancora quella della mente, e la facoltà acquisita di attendere, di assuefarsi e d’imparare. Senza cui, gli organi esteriori, i meglio disposti alla tale o tale abilità, stentano bene spesso non poco ad apprenderla e conservarla (10 settembre 1821).
* Una leggera stonazione in una musica non è capita dal volgo, come il fanciullo non capisce i piccoli difetti della forma umana e talora nemmeno i gravi. In una musica alquanto astrusa, cioè per poco che gli accordi sieno inusitati, egli non capisce neppure le grandi stonazioni, e cosí proporzionatamente accade alle persone polite e talvolta anche alle intendenti (10 settembre 1821).
* Ho detto altrove che bisogna distinguere nella