Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/299

(1645-1646) pensieri 285

e necessaria indipendentemente dalle cose quali sono e dal modo in cui sono ec., ma relativamente e dipendentemente in origine dall’arbitrio di chi, potendo stabilire e ordinar la natura ben altrimenti o non istabilirla ec., la stabilí però, ed in questa tal guisa ec. Sicché quanto a noi, quanto agli effetti ec. la cosa è tutt’una (5-7 settembre 1821).


*   Da che le cose sono, la possibilità è primordialmente necessaria e indipendente da checché si voglia. Da che nessuna verità o falsità, negazione o affermazione è assoluta, com’io dimostro, tutte le cose son dunque possibili, ed è quindi necessaria e preesistente al tutto l’infinita possibilità. Ma questa non può esistere senza un potere il quale possa fare che le cose sieno, e sieno in qualsivoglia modo possibile. Se esiste l’infinita possibilità, esiste l’infinita onnipotenza, perché se questa non esiste, quella non  (1646) è vera. Viceversa non può stare l’infinita onnipotenza senza l’infinita possibilità. L’una e l’altra sono, possiamo dire, la stessa cosa. Se dunque è necessaria l’infinita possibilità, preesistente al tutto, indipendente da ogni cosa, da ogni idea ec. (ed infatti se non v’è ragione possibile perché una cosa sia impossibile ed impossibile in un tal modo ec., la infinita possibilità è assolutamente necessaria); lo è dunque ancora l’onnipotenza. Ecco Dio: e la sua necessità dedotta dall’esistenza, e la sua essenza riposta nell’infinita possibilità, e quindi formata di tutte le possibili nature ec. Questa idea non è che abbozzata. Vedi la p. 1623 (7 settembre 1821).


*   Poniamo che la classe possidente o benestante sia complessivamente alla classe povera o laboriosa ec. come uno a dieci. Certo è nondimeno che per trenta uomini insigni e famosi in qualsivoglia pregio d’ingegno ec. che sorgano nella prima classe, appena