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(1641-1642-1643) | pensieri | 283 |
l’uomo a poco a poco, o piuttosto ora una ora un’altra, secondo i successivi stati della società: e ciascuna di queste morali era ugualmente perfetta, perché conveniente; e perfetto è l’uomo isolato, senza morale. La morale cristiana sarebbe stata imperfetta, perché sconveniente, per Abramo (1642) e per Mosè ec. Ciò che dicono i teologi delle azioni fatte lecite da un particolare impulso dello Spirito Santo, non dimostra egli chiaro che la morale dipende da Dio, siccome la convenienza, e che Dio non dipende punto dalla morale?
A me pare che il mio sistema appoggi il cristianesimo in luogo di scuoterlo; anzi che egli n’abbia bisogno e in certo modo lo supponga. Né fuori del mio sistema si ponno facilmente accordare le parti in apparenza discordantissime e contraddittorie della religione cristiana, non solo quanto ai misteri, ma alla legge, alla storia successiva della religione, ai dogmi d’ogni genere ec.
La fede nostra fa guerra alla ragione. Io dimostro l’impotenza assoluta ed essenziale della ragione, non solo in ordine alla felicità umana, al conservare ec. la società, allo stabilire e mantenere una morale, ma alla stessa facoltà di ragionare e concepire.
Le pluralità de’ mondi, quasi fisicamente dimostrata, come si può accordare col cristianesimo fuori del mio sistema, il quale dimostra che le creature possono esser d’infinite specie, e che Dio esistendo verso noi, come la religione insegna, (1643) esiste ancora in tutti i possibili modi, e può avere avuto ed avere con diversissime creature diversissimi e contrari rapporti, e non averne alcuno? Quante verità fisiche, metafisiche ec. ripugnano alla religione, fuori del mio sistema che nega ogni verità e falsità assoluta, ammettendo le relative, e in queste la religione?
Il mio sistema abbracciando e ammettendo quasi tutto il sistema dell’ateismo, negando tutti i sistemi ec.