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pensieri |
(1639-1640-1641) |
primissimi (1640) elementi della morale, è perciò appunto applicabile e conveniente a tutti i possibili stati della società umana, che non può sussistere, senza una morale, e questa non può aver fondamento vero se non in Dio. Però il Decalogo combina, appresso a poco colla sostanza e collo spirito delle leggi scritte di tutti i savi legislatori antichissimi e modernissimi, e colle leggi praticate anche da’ piú rozzi popoli che pur compongano una società. L’uomo poteva esser fatto diversamente, ma è fatto realmente in modo, che formando società co’ suoi simili, gli divien subito necessaria una legge il cui spirito sia quello del Decalogo. Vale a dire che il Decalogo contiene i principii generali delle convenienze delle azioni in una società umana pel bene di essa. Il generale contiene tutti i particolari: ma questi sono infiniti e diversissimi. Le convenienze loro rispetto alle azioni variano secondo gli stati delle società e della società in genere. L’antica legge ebraica permetteva il concubinato, fuorché colle donne forestiere ec. L’odio del nemico costituiva lo spirito delle antiche nazioni. Ecco le leggi di Mosè tutte patriottiche, ecco santificate (1641) le invasioni, le guerre contro i forestieri, proibite le nozze con loro, permesso anche l’odio del nemico privato. E Gesú, comandando l’amor del nemico, dice formalmente che dà un precetto nuovo. Come ciò, se la morale è eterna e necessaria? Come è male oggi, quel ch’era forse bene ieri? Ma la morale non è altro che convenienza e i tempi avevano portato nuove convenienze. Questo discorso potrebbe infinitamente estendersi generalizzando sullo stato del mondo antico e moderno e sulla differente morale adattata a questi diversi stati. L’uomo isolato non aveva bisogno di morale, e nessuna ne ebbe infatti, essendo un sogno la legge naturale. Egli ebbe solo dei doveri d’inclinazione verso se stesso, i soli doveri utili e convenienti nel suo stato. Stretta la società, la morale fu convenienza, e Dio la diede al-