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(1605-1606-1607) pensieri 261

ramente popolari, ma inutili oramai al sentimento, all’entusiasmo ec., e quindi inutilmente popolari. Il popolo non vi prende parte, se non come la prende agli spettacoli, a’ divertimenti ec., anzi alquanto meno, porchè, per esempio, gli spettacoli teatrali lo possono animare, commuovere e lasciargli qualche impressione nello spirito, ma dopo le feste cristiane egli se ne torna a casa col cuore posato, equilibrato, freddo, immoto come prima. Elle non sono dunque più feste nazionali, né di setta, né di partito ec.  (1606) E di ciò n’è causa tanto il raffreddamento particolare de’ sentimenti religiosi, opera sì del tempo in genere come di questo tempo irreligioso, quanto l’estinzione generale di tutte le facoltà vive negli animi delle nazioni, e l’incapacità odierna de’ popoli ad esser commossi e sollevati nello spirito, se non da cose affatto straordinarie. Tra noi specialmente n’è causa ancora il nessun contrasto che incontrano le nostre opinioni religiose e la nostra religione generalmente, a differenza, per esempio, dell’Inghilterra e anche della Francia (1 settembre 1821).


*   L’anima de’ partiti è l’odio. Religione, partiti politici, scolastici, letterarii, patriotismo, ordini, tutto cade, tutto langue, manca di attività e di amore e cura di se stesso, tutto alla fine si scioglie e distrugge, o non sopravvive se non di nome, quando non è animato dall’odio o quando questo per qualunque ragione l’abbandona. La mancanza di nemici distrugge i partiti, e per partiti intendo pur le nazioni ec. ec. (2 settembre 1821).


*   Alla p. 1602, fine. Né solo il vigor del  (1607) corpo ma anche quello dello spirito è singolarmente ordinato dalla natura. Almeno i primi progressi dello spirito umano sono sempre compagni di una forza (in tutta l’estensione e le classificazioni del termine), che va di