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(1586-1587) | pensieri | 249 |
con maggiore o minor forza, sí nel giovane che nel maturo e nel vecchio; lo stato al quale la generalità degli uomini e la natura immutabile inclina è sempre piú o meno il secondo; e quindi la migliore repubblica è quella che favorisce questo secondo stato, come l’unico conducente generalmente alla maggior possibile felicità dell’uomo, l’unico voluto e prescritto dalla natura, tanto per se stessa e primitivamente (come ho spiegato nella teoria del piacere), quanto anche oggidí, malgrado le infinite alterazioni della razza umana (29 agosto 1821).
* La scienza non supplisce mai all’esperienza, cosa generalissima ed evidentissima. Il medico colla sola teorica non sa curar gli ammalati; il musico fornito della sola teoria della sua professione non sa né comporre né eseguire una melodia; il letterato che non ha mai scritto non sa scrivere; il filosofo che non (1587) ha veduto il mondo da presso non lo conosce. I principi pertanto non conoscono mai gli uomini, perché non ne ponno mai pigliare esperienza, vedendo sempre il mondo sotto una forma ch’egli non ha. Lascio le adulazioni, le menzogne, le finzioni ec. de’ cortigiani; ma prescindendo da questo, il principe non ha cogli altri uomini se non tali relazioni, che essi non hanno con verun altro. Ora le relazioni ch’egli ha con gli uomini sono l’unico mezzo ch’egli ha di acquistarne esperienza. Dunque egli non può mai conoscer la vera natura di coloro a’ quali comanda e de’ quali deve regolar la vita. Io ho molto conosciuto una signora che, non essendo quasi mai uscita dal suo cerchio domestico, ed avvezza a esser sempre ubbidita, non aveva imparato mai a comandare, non aveva la menoma idea di quest’arte, nutriva in questo proposito mille opinioni assurde e ridicole, e se talvolta non era ubbidita perdeva la carta del navigare. Ell’era frattanto di molto spirito e talento, sufficientemente istruita e studio-