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186 | pensieri | (1481-1482) |
tivi e propri significati e la proprietà delle parole e di tutto ciò che spetta alla favella.
I cattivi parlatori e i trascurati scrittori, sono dunque, secondo me, le prime e principali origini dei sinonimi in qualunque lingua. Possiamo anche dire, il tempo, il quale non permette che le cose umane conservino una stessa condizione. Anche gli scrittori eleganti, e massime i poeti, furono in causa di questo effetto; perché l’eleganza consiste nel pellegrino e diviso dal volgo; e quindi gli usi metaforici, quindi gli ardiri, le inversioni di significato ec. ec., che, messe in uso dagli scrittori eleganti, passarono poi col tempo a prender luogo di proprietà, scacciando le proprietà primitive e confondendo il significato delle parole proprie con quello delle parole usate metaforicamente o in qualunque altro modo nello (1482) stesso senso. Anche i parlatori eleganti o affettati sono da considerarsi in questo proposito. Queste osservazioni spiegano il perché sia sempre maravigliosa e caratteristica negli antichi scrittori la proprietà della favella. Ciò non avviene di gran lunga perch’essi fossero piú diligenti. Chi può pur paragonare la diligenza de’ nostri tempi in qualunque genere, con quella degli antichi? L’esattezza e la minutezza non era propria de’ tempi antichi, bensí precisamente de’ moderni, per le stesse ragioni per cui non è propria di questi la grandezza, ch’era propria di quelli. Anche in ogni cosa appartenente a lingua o stile i diligenti scrittori moderni, ed anche i mediocri, la vincono in esattezza sopra i piú diligenti scrittori antichi. Basta conoscerli bene per avvedersene. Vedi la mia lettera sull’Eusebio del Mai, nell’osservazione segnata XVI,23,71,23. Recherò fra i moltissimi esempi che si potrebbero una nota che fa un traduttore francese alla Catilinaria di Sallustio, solamente per dar meglio ad intendere il mio pensiero (DUREAU-DELAMALLE, Oeuvres de Salluste. Traduction nouvelle. Note 45 sur la