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(589-590-591) pensieri 79

ciullo futuro superiore di forze ec., siccome ancora non è tale, e forse non diverrà tale, se non per cause accidentalissime e imprevedibili; cosí non avrebbe ancora nessun’ombra di quel diritto al comando, che avrà poi per natura; 5°, questo diritto supposto naturale, non dovrebbe tuttavia durare se non quanto durasse la superiorità in quello o in quei tali; sicché questi perdendo il vigore del corpo o dell’ingegno o dell’animo, la virtú, il coraggio ec. per malattie, per disgrazie, per circostanze, per cangiamento e corruzione di  (590) opinioni, di costumi ec., per abuso fatto del corpo, o in ogni modo invecchiando, il che è inevitabile, perderebbero essenzialmente non solo in fatto ma in diritto, quel comando, che si suppone avessero naturalmente e per se. Vedi p. 609, capoverso 1. Insomma gli accidenti sono del tutto fuori d’ogni considerazione, intorno all’ordine primitivo e stabile e alla natura di qualunque cosa (29-31 gennaio 1821).


*    Del resto, quanto sia facile, ovvia, e primitiva l’idea che a qualunque società, per poco ch’ella sia formata, e che declini dalla primissima forma di società, comune si può dire a tutte le specie di viventi, è necessaria l’unità, cioè un capo, e questo veramente uno, cioè assoluto, si può vedere e nelle storie d’ogni nazione e in ogni genere di società, pubblica, privata ec., nelle milizie, nelle compagnie di cacciatori o in qualunque compagnia, che abbia uno scopo comune e sia destinata tutta insieme a un oggetto qualunque. Io mi sono abbattuto a sentire un uomo di nessuna o coltura o acutezza naturale d’ingegno, il quale a una compagnia di negoziatori, che si mettevano a girare il mondo per far guadagno  (591) mediante un capitale comune e indivisibile (cioè un panorama), dava questo consiglio:- Sceglietevi e riconoscete un capo, e ubbiditelo in tutto (che altro è questo se non l’idea precisa della necessità della monarchia as-